27.01.2022
Ringrazio con tutto il cuore le cinquanta persone che hanno contattato il mio scritto del 14 gennaio 2022, anche se mi delude un po’ la circostanza che nessuno abbia espresso un giudizio, favorevole o contrario, a quanto ho sostenuto.
Infatti, mi manca il dialogo che, specie ora, è determinante per capire se si accetta quanto ci viene somministrato da chi ci governa o se si pensa che si dovrebbe virare su altro.
Proprio per questo ho ripreso la penna per proporre le seguenti riflessioni, quando si svolge la prima votazione per eleggere il Presidente della Repubblica.
La considerazione che ritengo debba guidarci concerne lo sforzo per cercare di interpretare cosa dobbiamo attenderci per il prossimo futuro.
Io, pur non essendo per natura pessimista, vedo una serie di problemi la cui soluzione non mi appare facilissima.
In primo luogo c’è l’acquisizione, con connessa programmazione di utilizzo, dei fondi europei.
Ritengo che molte di tali risorse siano già state impegnate, con conseguente aumento del debito pubblico. Peraltro, tutti hanno una visione miope dell’impegno delle stesse, ignorando, come ho avuto più volte occasione di ricordare, la situazione di sfascio del territorio italico, la quale, se non vi si pone rimedio al più presto, annullerà la nostra unica grande ricchezza: il patrimonio naturale e culturale di cui disponiamo.
Tutto ciò mentre opererà la famelica orda di coloro che intenderanno convincere i propri elettori degli sforzi fatti a sostegno dei loro interessi.
Potrei continuare, ma forse è più opportuno ricordare che tra i problemi gravi c’è il permanere della pandemia da COVID, che i media, più o meno ispirati da scienziati, un giorno ci danno in rimissione e l’altro con una nuova variante che ne determina la pericolosissima recrudescenza.
Saltando altri aspetti arrivo, però, alla crisi Ucraina, che, comunque sarà un impegno serio per un primo ministro, giacché eventuali “schizzi” anche di un mero conflitto minacciato sarebbero, comunque, per noi estremamente fastidiosi.
In un contesto come quello descritto, una persona intelligente e responsabile si guarda intorno e, se vede una porta che potrebbe aprirsi su di un’altra prestigiosa carica, cerca di entrarci. In sintesi questo potrebbe essere l’atteggiamento del nostro attuale Presidente del Consiglio, specie se supportato politicamente.
La verità è che tale supporto sembra mancargli, poiché le forze politiche intendono fargli bere “l’amaro calice” del prossimo futuro, non dando alternative percorribili.
Rimane, comunque, il fatto che un Presidente della Repubblica occorre eleggerlo e la materia prima sembra di scarsa qualità, motivo per cui è possibile che qualche rospo dovremo prepararci ad ingoiarlo: ovviamente spero di sbagliare!
Claudio Bianchi