15.01.2021
Pensavate, speravate che avessi smesso di elucubrare ed, in effetti, era questa la mia intenzione, ma gli avvenimenti «politici» di questi giorni, mi hanno indotto ad esprimermi, se così posso dire, quale «professore all’arrabbiata».
Siamo in piena pandemia, con recrudescenza di contagi e, purtroppo, di morti; l’attività di vaccinazione è in atto, ma l’esito potrà apprezzarsi solo tra qualche e forse molti mesi; attendiamo con il cappello in mano i denari dall’Europa ed in questo contesto che fa il senatore Renzi: apre una crisi di Governo!!!
Prima di proseguire, mi corre l’obbligo di fare qualche modesta considerazione. All’italiano, purtroppo, l’uomo solo al comando seguita a non dispiacere, ma tale tendenza ha un’eccezione soggettiva: il senatore Renzi. Infatti, quando Egli era Presidente del Consiglio con il mandato conferitogli dall’allora Presidente della Repubblica, si spinse ad un referendum costituzionale, abolizione del Senato, sostenendo che sull’esito dello stesso poneva la sua permanenza al Governo. Fu un subisso di no, a dimostrazione che soggettivamente non c’era empatia tra lui e l’italiano. All’epoca, io espressi la mia felicità per il ritorno alle urne di quello che chiamavo il «non partito di maggioranza», ma poi, la delusione per quest’ultimo prese il sopravvento (cfr. riflessioni n.13 dell’8 aprile 2014 e la n.15 del 27 gennaio 2015).
Passati gli anni, Renzi è eletto senatore ed in questi giorni tenta di nuovo un colpo di teatro: ritira le sue ministre dall’Esecutivo che sostiene aprendo, di fatto, una crisi di Governo dagli esiti incerti in un contesto socio-economico tra i più deteriorati.
I commenti sui giornali esteri sono unanimi nella critica all’iniziativa, della quale non si comprende quale obiettivo possa avere nella precaria situazione attuale.
Comunque, il dado è tratto e tutti i partiti, dell’attuale Governo e di opposizione, fanno le valutazioni del proprio ruolo nelle diverse ipotesi che possono configurarsi.
Il presidente del Consiglio, dopo aver stigmatizzato il deprecabile comportamento di Renzi, promette al Capo dello Stato una soluzione rapida della crisi. In vero, pare voglia contare i voti favorevoli alla sua conferma nelle due Camere, alle quali si presenterà a partire da lunedì 18 gennaio p.v..
Quello che mi avvilisce è l’ignobile mercato dietro l’iniziativa, con parlamentari pronti a spostarsi da uno schieramento all’altro, con lo scopo, ritengo, di salvaguardare la propria poltrona.
Al riguardo, non credo che abbia grande successo il grido della destra per andare alle urne, poiché se si concludesse anzi tempo la legislatura troppi neo eletti, anche della triade di destra, perderebbero l’agognato aggancio pensionistico.
In conclusione, c’è incertezza sul domani governativo e questo potrebbe essere un guaio serio anche per l’acquisizione dei fondi UE, nonché per la gestione delle vaccinazioni.
Purtroppo, la situazione mondiale non aiuta, per i grandi guai statunitensi, la crisi olandese e quant’altro. Il primo aspetto va attentamente considerato, poiché, a mio parere, significa che la geopolitica mondiale sta per scoprire due nuovi leader: la Repubblica Cinese e la Russia che saranno prospetticamente al vertice in sostituzione degli USA.
Anni fa avevo scritto di tale possibile mutamento con specifico riferimento alle valute di riferimento (cfr. riflessione n. 18 e C. Bianchi, Strutture Aziendali nel mercato globalizzato, II edizione, Esculapio, Bologna, pag. 182 e segg.), oggi, però, il tema si allarga all’intera economia o meglio alle potenze che la guideranno.
Tra queste non c’è l’Europa che è rimasta un coacervo di stati, tradendo l’ideale degli Stati Uniti d’Europa, obiettivo dei padri fondatori dell’Unione Europea.
Questa conclusione, ovviamente, si correla all’iniziativa renziana, anche se manca una relazione diretta tra causa ed effetto.
Mentre sto rileggendo quanto scritto, ho notizie della votazione sulla fiducia al Governo Conte, che raccoglie una maggioranza qualificata alla Camera ed una semplice, anzi un po’ risicata, al Senato. Quali mosse farà il Presidente del Consiglio lo vedremo, è certo che il caos rimane con un’opposizione che aspira a governare pur non esprimendo un programma seriamente alternativo a quello della compagine governativa.
Claudio Bianchi