17.03.2020
Sono, come tanti, colpito dal reiterato invito a rimanere a casa, nonché dalle canzoni, musiche e rumori che provengono dai balconi delle varie città italiane.
Tutto questo mi fa sorgere alcune domande: la prima, la più inquietante, riguarda coloro che la casa non ce l’hanno. Purtroppo, si tratta delle persone che i media si affrettano a mostrarci quando muoiono perché fa troppo freddo o, viceversa, fa troppo caldo, ma che sono ignorati rispetto all’attuale richiamo, al quale non possono obbedire: state a casa.
A mio parere, anche se so per esperienza diretta che non è sempre facile, occorre provvedere coattivamente al ricovero di quelle persone, curare la loro igiene, prima, e, poi procedere ai controlli per accertare se sono o non sono contagiate o peggio malate. Ciò è necessario nell’interesse loro e di quanti possono incontrarle.
Mi rendo conto che si tratta di un problema acuito dal coronavirus, ma che non può essere ignorato, come a giudicare dal silenzio dei media, di fatto è.
Vengo ai balconi in festa, per notare che, da quanto è possibile vedere, le persone non rispettano la distanza regolamentare di “almeno un metro” e questa non pare una procedura corretta se vale la regola di base.
La lodevole iniziativa vorrebbe essere un riconoscimento a chi, medici, infermieri e personale tecnico è in prima linea nella cura ai pazienti afflitti dal virus, ma, forse, altre forme di riconoscimento potrebbero essere più dirette ed efficaci, per esempio quelle al merito della Repubblica conferite dal Presidente della stessa.
Mi permetto un’altra notazione personale: non può utilizzarsi una tragedia come quella che viviamo per farne spettacolo, dove si mettono in mostra, giornalisti, conduttori e quant’altro, in questo senso andrebbe fatto un opportuno richiamo al servizio pubblico, in particolare a «mamma RAI».
Ho apprezzato tanto la silenziosa passeggiata solitaria del Papa per giungere in due chiese dove la preghiera per fermare la calamità ha una tradizione antica.
Detesto, invece, profondamente chi ha fatto una folcloristica camminata sul lungomare di Ostia, esprimendo puro egoismo in un tempo dove il richiamo al bene comune dovrebbe essere il sentimento che muove le nostre azioni.
Concludo, ribadendo quanto espresso nella mia precedente esternazione e cioè che i provvedimenti adottati per evitare il propagarsi del virus erano e sono necessari, anche se i risultati non sembrano così efficaci come ci si attendeva, ma la malattia sarà abbattuta solo se si troverà il medicamento adatto ed, al riguardo, sembra che la meta non sia così vicina.
Anche per queste considerazioni, se sbaglio fatemelo sapere! Grazie
Claudio Bianchi