I due Vice premier seguitano a lodarsi per il loro impegno a favore dei «truffati» delle banche.
Ho espresso in varie occasioni la mia opinione sulla corretta interpretazione dei comportamenti che avrebbero causato danni ai presunti truffati (cfr. Le prospettive…n. 19 e lo scritto “La Banca è un’impresa protetta?”) perciò non intendo ripetermi. Desidero, invece, richiamare l’attenzione su procedure bancarie che investono il rapporto ordinario con la clientela, dalle quali, però, emergono costi ingiustificati per quest’ultima, forse al limite del comportamento per così dire disinvolto.
Ho visto, al riguardo, condizioni per la gestione del conto titoli che non lasciano spazio a margini positivi per un investitore modesto, che vedrà sempre i suoi piccoli utili compensati dai costi addebitati dalla banca per la tenuta del conto.
Ritengo, all’attuale livello dei tassi, che ci siano situazioni analoghe per la tenuta dei conti correnti, che il cliente non deve, perciò, ritenere più forme di deposito ma modalità di pagamento. In merito, andrebbe detto chiaramente al cliente che sono più convenienti i regolamenti on-line, avendo cura di segnalargli quelli che la banca può offrire e le relative condizioni espresse in modo assolutamente chiaro. Purtroppo, non è sempre così, specie per i clienti più modesti, quelli che non hanno forza contrattuale nei confronti dell’azienda di credito, che pratica loro, per esempio, interessi passivi cinque/sei volte più elevati di quelli addebitati ai clienti primari.
Del resto il bilancio la banca lo fa con quanto guadagna nell’intermediazione con la moltitudine dei clienti piccoli e silenti, piuttosto che con le élite finanziarie i cui rapporti possono addirittura generare perdite alla banca.
Qualche ben pensante potrebbe obiettare che alla clientela è sottoposto il testo contrattuale con le condizioni praticate, quindi ha strumenti per decidere informato. A tale giusta considerazione è, però, facile ribattere che pure i presunti truffati hanno sottoscritto un documento informativo che, data la peculiarità dell’investimento proposto, avrebbero dovuto valutare attentamente, piuttosto che dare ascolto ai presunti raggiri del funzionario di turno.
Ho già osservato in altra circostanza, che i danneggiati da un prolungato andamento negativo di borsa possono solo piangere sulla loro disgrazia, poiché è una condizione di mercato, ancorché sospinta da una speculazione mirata, che si riequilibrerà quando gli speculatori lo riterranno opportuno. Mentre la collettività è chiamata a sostenere i “poveri” presunti truffati dalle quattro-sei banche salvate dalle Autorità preposte. Personalmente sento scricchiolare il richiamo della logica e dell’equità. Però, se scavo nei meandri della convenienza per chi ha sventolato il vessillo del rimborso ai presunti truffati, trovo una manciata di voti per la prossima tornata elettorale, che aggiunta alle altre recuperate da questa o da quella iniziativa (lotta ai migranti, tutti in pensione, armiamoci e spariamo…) può essere un interessante trampolino per ambire alla vittoria elettorale, sia pure inevitabilmente di minoranza.
Claudio Bianchi